“Mi fa male la testa…ho dolore allo stomaco…è un periodo che soffro di gastrite…ho spesso l’affanno e anche la pressione alta!!”. Queste esclamazioni sono frasi tipiche di chi probabilmente sta somatizzando qualcosa, spesso confuse con stress, stanchezza o addirittura che rientrano nell’immaginario della persona che ne soffre. I disturbi psicosomatici vengono studiati e osservati secondo l’ottica dell’interazione mente- corpo, ovvero considerando l’individuo come un’unità complessa tra il funzionamento organico e quello “emotivo”. Dunque, non si valuta più un sintomo considerando solo l’aspetto medico ma è importante il fattore psicologico, i traumi e i conflitti relazionali.
Le malattie psicosomatiche (ad esempio: emicrania, gastrite, psoriasi, orticaria, eiaculazione precoce ed altre) sono malattie vere e proprie, capaci di esprimersi attraverso sintomi corporei come tutte le altre malattie organiche, con l’unica differenza che l’origine è di natura psichica. Il meccanismo che sta alla base è uno spostamento sul corpo delle emozioni, sofferenze, conflitti che invece dovrebbero esprimersi o essere elaborati diversamente. Quando questo carico diventa insopportabile per l’individuo accade che la mente deve trovare una via d’uscita per alleggerirsi e dunque gli organi, specifici per ognuno di noi, diventano un bersaglio.
Anche per gli altri disturbi psicologici, non solo psicosomatici, risulta fondamentale l’interazione tra processi psichici, emozioni e funzionamento organico. La predisposizione a sviluppare una determinata malattia è sicuramente di origine genetica, pensiamo ad esempio al concetto di familiarità importantissimo per sviluppare una malattia psichica, ma molti studi confermano che se questa non è accompagnata da traumi psicologici, come una perdita importante non elaborata, una separazione, uno stress importante e duraturo o vissuti dolorosi non superati, la malattia può non manifestarsi mai, sebbene ci sia una predisposizione alla base (ad esempio la schizofrenia, i disturbi ansiosi, la depressione, ecc).
Un primo importante passo da fare per intervenire su questo tipo di problematiche è escludere qualsiasi origine organica del disturbo. In secondo luogo un percorso di psicoterapia che miri ad aiutare la persona ad avere maggiore consapevolezza di sé e delle sue emozioni, imparando a riconoscerle, a gestirle e ad elaborare gli eventi dolorosi della propria vita, risulta l’aiuto più utile e l’intervento più mirato, poiché riporta in primo luogo l’origine del disturbo da un piano fisico a uno psichico, di cui la persona spesso ne è oscura e attraverso la relazione terapeutica, fatta di fiducia e alleanza, si può sperimentare uno spazio per l’elaborazione e la conoscenza di sé funzionale alla guarigione, alla scomparsa dei sintomi ma anche alla sua crescita personale.
A cura della dott.ssa Laura Moscato
Psicologa, psicoterapeuta sistemico-relazionale
Commenti recenti