Le motivazioni che spingono l’individuo in un certo momento della sua vita a rivolgersi ad un professionista della salute psichica possono essere molteplici. La ragione più frequente è la sofferenza mentale, ovvero uno stato sintomatologico che esprime un disagio rispetto alle proprie relazioni, al rapporto con il proprio corpo, alla realizzazione di sé, alla propria autostima, ecc. Il sintomo spaventa ed allarma rispetto al benessere psicofisico individuale. Si parla ad esempio di ansia, di attacchi di panico, di disturbi dell’umore, di difficoltà scolastiche, di pensieri ossessivi, ecc. La scelta di ricorrere allo psicologo ruota anche intorno all’aspetto preventivo e alla volontà di migliorarsi. La crescita personale rappresenta un obiettivo nel raggiungimento di un soddisfacente rapporto con sé stessi e una maggiore consapevolezza delle proprie modalità di funzionamento. Affrontare in maniera adeguata lo stress e gestire al meglio le proprie emozioni garantiscono uno stato di benessere maggiore rispetto al semplice fatto di subire in maniera passiva gli eventi che accadono intorno a noi. In ultimo, ma non meno frequente, è il bisogno di essere aiutati ad affrontare un momento della vita particolarmente doloroso, come un lutto o una separazione, oppure una fase personale caratterizzata da cambiamenti importanti che procurano ansie e insicurezza, momenti di crescita e di passaggio difficili da gestire ed affrontare da soli.
Etimologicamente significa “cura dell’anima” ed indica una branca della psicologia che si occupa, attraverso l’utilizzo di diverse tecniche a seconda dell’indirizzo teorico utilizzato dal professionista, di attuare un cambiamento rispetto ad uno stato di malessere dell’individuo, che spesso sfocia in diversi sintomi e disturbi psicopatologici, tra i quali ad esempio ansia e depressione. In linea generale la psicoterapia agisce sulla sofferenza legata ad un blocco della persona in un determinato periodo della sua vita, rappresentando non solo un’occasione per eliminare i sintomi ma un’opportunità di crescere rispetto agli abituali modi di pensare, di sentire e di fare. Il processo di cambiamento avviene grazie a diversi elementi, in primo luogo attraverso la costruzione di un’autentica relazione tra terapeuta e paziente che permetta a quest’ultimo di sentirsi accettato e compreso; in secondo luogo è importantissima la motivazione ad intraprendere questo percorso, e infine la professionalità del terapeuta nel saper aiutare l’altro in maniera attenta e centrata. In Italia la Psicoterapia viene svolta da psicologi o medici che abbiamo conseguito la specializzazione in Psicoterapia frequentando una scuola di Psicoterapia di almeno quattro anni.
Il bello della psicoterapia è questo: non è una disciplina o un metodo standard, precostituito o che si basa su modelli già strutturati applicabile in maniera uguale a tutti, ma varia da persona a persona sia in termini di durata, di prosieguo che di efficacia. Infatti la fine di un percorso di psicoterapia, a prescindere dall’orientamento del terapeuta, è data dal raggiungimento del benessere della persona, che non significa esclusivamente la scomparsa del sintomo oggetto della richiesta iniziale, ma in un generale stato di soddisfazione e realizzazione del proprio “io”, che si ottiene dopo aver visto e osservato le proprie modalità di affrontare la vita e vivere le proprie relazioni, spesso causa nascosta di sofferenza. Numerosi fattori concorrono al raggiungimento o meno di un reale cambiamento della persona, come ad esempio la motivazione del paziente a proseguire in maniera regolare, gli eventi della vita che possono capitare durante le sedute, la gravità del disturbo o il sostegno della famiglia. Pertanto non è definibile la durata esatta di una psicoterapia, né prevedibile all’inizio, sebbene questo sia uno dei primi quesiti che un paziente desidera sapere in anticipo quando si rivolge ad uno psicoterapeuta.
Lo psicologo è un professionista che in seguito all’iscrizione all’albo degli psicologi regionale effettua brevi consulenze, incontri di sostegno, somministra test psicoattitudinali e fa diagnosi. Egli non può intervenire sui disturbi psicologici emersi durante gli incontri approfondendone l’origine o prospettando un progetto terapeutico, né prescrivere farmaci nei casi in cui emergono sintomi invalidanti per la persona.
Lo psichiatra, invece, essendo un medico, valuta il funzionamento del sistema nervoso e i disturbi mentali in generale da un punto di vista biochimico, può prescrivere psicofarmaci e può essere specializzato in psicoterapia. Lo psicoterapeuta è uno psicologo o un medico, che dopo il percorso universitario ha frequentato per quattro anni la scuola di specializzazione in psicoterapia secondo diversi tipi di orientamento. Si occupa, a differenza dello psicologo e dello psichiatra, di intervenire sulla sofferenza dell’individuo, permettendone a livello profondo un cambiamento nelle sue modalità di reagire rispetto alle difficoltà che può incontrare nella vita. La psicoterapia, infatti è un’arte che oscilla tra conoscenza, alleanza e fiducia tra professionista e cliente finalizzato al benessere psicologico di quest’ultimo, rimuovendo la situazione di disagio e favorendone una crescita emotiva armonica e sana, attraverso il tipo di orientamento del terapeuta.
L’ansia è una risposta della psiche a situazioni eccessive di stress che un individuo può vivere in un determinato momento della sua vita. Stress che indica soprattutto un coinvolgimento emotivo profondo legato a quell’evento o a quel periodo. Infatti possiamo definirla come una reazione emotiva ad un “qualcosa” percepito come doloroso o pericoloso. L’ansia, perciò, si accompagna sempre all’emozione della paura di affrontare un evento o una situazione particolarmente “stressante”.
La sintomatologia ansiosa è variabile a seconda dell’individuo e a seconda della molteplicità di forme in cui si può esprimere. In sostanza un individuo ansioso può manifestare aspetti problematici che riguardano sia la capacità di pensare e ragionare (aspetti psichici) che la possibilità di riversare sul corpo uno stato di tensione e agitazione somatizzando l’ansia, che si nasconde sotto diversi sintomi. Questi sintomi (difficoltà a respirare, tachicardia, nausea, gastrite, vertigini, eccessiva sudorazione, debolezza, tensione muscolare, etc.) non hanno nulla a che vedere con cause mediche, sebbene la maggior parte delle persone esegue numerosi accertamenti medici. Oggi in Italia il 16% della popolazione soffre d’ansia e per la maggior parte si tratta di giovani adulti. Per tale motivo, la psicoterapia risulta essere il metodo più valido per il trattamento dell’ansia, aiutando la persona a ritrovare il suo stato di benessere.
Per dipendenza si intende una modalità, prettamente relazionale, di attaccarsi a qualcuno o a qualcosa per ricercare piacere. Ci si affida ad un oggetto esterno per soddisfare un proprio bisogno interno (di vicinanza, di attenzione, di piacere, di affetto). Le più conosciute forme di dipendenza riguardano quelle da sostanza (tossicodipendenze), da gioco (ludopatie), da internet e dai social (nuove dipendenze) e dal cibo. Esse comportano una serie di sintomi quali: insonnia, agitazione, difficoltà di attenzione, ansia e depressione. La psicoterapia risulta un valido aiuto per apprendere nuove ed inedite modalità di legarsi e di relazionarsi agli altri.
Non bisogna mai pensare che qualsiasi difficoltà scolastica incontrata da un bambino sia indice di disturbo e pertanto di allarmismo da parte della famiglia o della scuola, infatti gran parte delle difficoltà a scuola nascondono importanti fattori emotivi, culturali o familiari. D’altro canto, molti indicatori predittivi di difficoltà di apprendimento del bambino meritano una precoce attenzione da parte del contesto in cui egli vive (famiglia, scuola e professionisti) ad esempio con attività di potenziamento, ma qualora i segnali di disturbo dell’apprendimento siano già consolidati e causano evidenti sforzi e fatica al bambino, è importantissimo intervenire tempestivamente per porre diagnosi (per la dislessia a fine seconda elementare, mentre per la discalculia alla fine della classe terza) ed evitare così la cronicizzazione del disturbo e l’aumento delle sue già esistenti difficoltà.