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Perché non riesco a dimagrire?

Perché non riesco a perdere peso?

 La relazione significativa tra stato psicologico e corpo

 A cura della dott.ssa Laura Moscato 

 

Perché non riesco a perdere peso
Perché non riesco a perdere peso?

Quanti di voi si saranno chiesti almeno una volta nella vita “come mai non riesco a perdere peso nonostante notevoli tentativi e numerosi sacrifici???”

Ebbene si, in un momento dell’anno in cui il pensiero è rivolto maggiormente al proprio aspetto fisico e l’attenzione è più mirata allo stare in forma, ci si attiva per perdere peso o per scolpire un po’ di più la propria fisicità. In molte occasioni purtroppo capita di constatare amaramente che nonostante sacrifici e sforzi di correggere le proprie abitudini alimentari sbagliate, la bilancia segna sempre lo stesso peso. Come mai? Oppure quanto influisce la motivazione e il benessere psicologico nel portare a termine un percorso alimentare o di fitness? 

La spiegazione potrebbe risalire al fatto che, esclusi problemi strettamente medici e metabolici, la mente abbia un potere rilevante nel processo di dimagrimento. È stato dimostrato che chi combatte sia contro pochi chili di troppo che contro forme più patologiche di disturbi alimentari come l’obesità, sta soffocando emozioni molto forti che spesso non ha consapevolezza di avere. Emozioni queste che possono derivare da conflitti interni o con gli altri, disagi relazionali, vissuti di separazione, stress, ansia e preoccupazioni eccessive…insomma tutto quello che non tranquillizza la mente blocca la maggior parte dei cambiamenti che dovrebbero avvenire a livello corporeo. Ad esempio, quante abbuffate o assunzioni di cibo sono regolate da un senso di insoddisfazione, tristezza, rabbia, disperazione? Effettivamente il significato psicologico del cibo, fin da bambini, rappresenta un elemento importante per il nostro benessere psico-fisico. Il cibo compensa i nostri vuoti interiori, affettivi o di noia? E un mezzo che ci tiene legati agli altri o è un semplice nutrimento del corpo?  

Questi e altri quesiti sono di fondamentale importanza pe capire l’origine “psicologica” del fallimento delle nostre diete e dei nostri obiettivi. Intervenire nella risoluzione dei conflitti, nell’elaborazione di emozioni negative o nel correggere la propria idea di immagine corporea, è un passaggio fondamentale per stare meglio sia a livello fisico che mentale. Un percorso di psicoterapia o semplicemente una consulenza da un professionista sono di grande aiuto nell’acquisire la giusta consapevolezza di sé e della propria crescita come persona, requisiti indispensabili per portare avanti il proprio progetto di vita! 

Cambiamenti Emotivi Di Una Madre Che Nasce

Cambiamenti emotivi di una Madre che Nasce

Cambiamenti Emotivi Di Una Madre Che Nasce

Qual è uno dei momenti più importanti nella vita di una donna che sancisce un cambiamento radicale in tutte le sfere della sua vita? Sicuramente la nascita di un figlio, ma ancor prima portarlo in grembo e prima di ogni cosa scoprire di diventare madre da li a poco. Piccoli e repentini passaggi ma con un significato importante non solo per i cambiamenti esterni, nella famiglia più allargata o nell’adattarsi in tutto e per tutto ai nuovi ritmi, ma anche e soprattutto la trasformazione fisica della madre e gli sconvolgimenti emotivi che tutto ciò comporta. Vediamoli più da vicino.

Rappresenta il sogno della maggior parte delle donne creare una famiglia, sposarsi e diventare madre. Dal desiderio alla messa in pratica il passo è breve e semplice, ma abbastanza imprevedibile lo sconvolgimento che accompagna tale scelta. Il corpo umano, a livello fisiologico, nei nove mesi di gestazione si prepara ad accogliere un piccolo esserino che crescendo si prepara alla nascita, ma accanto a questi cambiamenti naturali del corpo cosa succede alla mente? E le emozioni della futura madre come si trasformano e come si assestano? La famiglia allargata come si adatta a quella appena nata?

Se tutto il periodo di gravidanza è costellato da sensazioni di estrema euforia e contemporaneamente di ansia e preoccupazioni per aspetti inerenti il prosieguo della stessa, il parto diventa un rituale di “passaggio” contenente in sé vissuti ambivalenti di morte e rinascita, di pienezza e di vuoto, di fusione e di separazione. La donna d’ora in poi costruirà una nuova identità: da figlia è diventata madre! Questa è un’ esperienza molto forte di una fase di vita che deve ricevere il giusto supporto e ascolto per consentire alla donna, ma alla famiglia tutta, di relazionarsi con il bambino in modo sereno.

I cambiamenti ormonali e la nuova identità espongono la donna ad un’estrema vulnerabilità, accompagnata spesso da sentimenti di inadeguatezza o solitudine. Prendersi cura di qualcuno, in particolare di un figlio, non è solo un atto di amore intenso ma anche di estrema responsabilità. Quest’ultima può diventare un peso che soffoca la donna proibendole di vivere questa fase iniziale con la giusta tranquillità. Con l’evento della nascita anche la coppia si trasforma, non è più solamente coniugale ma anche genitoriale. Infatti, uno degli obiettivi di questo delicatissimo momento successivo al parto è quello di imparare a gestire, oltre alle richieste del neonato, anche il nuovo assetto dei coppia e affrontare i vari cambiamenti che avvengono nella relazione con il partner (gelosie, mancanza di attenzioni, rabbia e stress, sensazione di solitudine, ecc). Il partner infatti ha un centralissimo ruolo nell’aiutare e ascoltare la donna, utilizzando un atteggiamento empatico ed accogliente.

Dato il significativo cambiamento nel mondo emotivo della madre, risulta molto semplice in questa fase incorrere in disturbi psicologici quali i più comuni: il Baby Blues e la Depressione Post-Partum. Si tratta di quadri clinici in cui i sentimenti di ansia, di frustrazione, di inadeguatezza e tristezza sono esasperati e vissuti intensamente, non sono più transitori e nemmeno più gestibili esclusivamente con l’ascolto e la comprensione familiare. In questi casi è utile rivolgersi ad uno psicoterapeuta per capire, affrontare e avere maggiore consapevolezza della nuova identità.

A cura della dott.ssa Laura Moscato

Bullismo

Per colpa di chi? Disagio giovanile ed emergenza bullismo

Il bullismo è un fenomeno che, purtroppo, nella nostra società si verifica sempre più frequentemente e che comprende una serie di azioni aggressive e di prevaricazioni da parte di un bambino o di un adolescente su una vittima, di pari età o più piccola, incapace di difendersi. Il bullo attua dei comportamenti violenti o fisicamente o psicologicamente, sotto forma di umiliazioni, esclusioni dal gruppo, minacce, derisioni e diffamazione.

Non tutte le liti tra compagni, tra bambini, tra ragazzi possono essere definite con il termine “bullismo”. Ciò che caratterizza, infatti, questi comportamenti da “bulli” sono: l’intenzionalità di fare del male e l’asimmetria della relazione tra il bullo e la vittima, ovvero il potere che esercita il primo sul secondo. Ma come si riconosce questo e quali sono i segnali che un genitore deve considerare importanti per poter prevenire questi comportamenti e aiutare dunque il figlio, sia esso vittima o bullo?

Secondo indagini Istat, nel 2014, più del 50% di ragazzi compresi tra gli 11 e i 17 anni è stata vittima di un episodio di bullismo, il che lo rende un’emergenza soprattutto nel contesto scolastico, dove ciò si verifica con maggiore frequenza. Introdurre la figura dello psicologo in ambito scolastico aiuterebbe sicuramente a prevenire l’accentuarsi delle conseguenze psicologiche derivate da queste aggressioni oltre che promuovere le potenzialità di ogni singolo alunno, potenziando il senso di appartenenza al gruppo.

Recentemente abbiamo assistito a diversi episodi di conseguenze tragiche al bullismo, come il suicidio adolescenziale, in particolar modo nelle forme più subdole e nascoste del cyberbullismo. Esso consiste infatti in comportamenti e atti aggressivi o diffamatori da parte del bullo, che può essere anche un gruppo, tramite l’utilizzo di mezzi informatici o di canali social. Se vostro figlio inizia a manifestare comportamenti anomali, diversi dal solito, trascorre molto tempo su internet, non vuole uscire di casa e inizia a soffrire di bassa autostima e insicurezza, allora è il caso di approfondire meglio e tenere la situazione sotto controllo.

Da un punto di vista psicologico le conseguenze più importanti di questi fenomeni sulla vittima riguardano soprattutto l’aumento dell’insicurezza su un piano relazionale e personale, accompagnata da una difficoltà nel proseguimento degli studi e da uno stato di ansia e paura generale, nei casi più gravi con disturbi depressivi.

Dott.ssa Laura Moscato (Associazione Syn-cronia)

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